A.I.

La mia vita è “segnata” da due grandi rimorsi.

Il primo è il non aver ascoltato tutti quelli che hanno cercato di farmi studiare musica in modo serio, quando ne avevo la piena possibilità (e ok, è andata).
Il secondo è quello di non aver mai imparato a disegnare (e anche qui…)

Una buona parte del mio processo di formazione e crescita artistica/personale passa attraverso il concetto di “creazione”.

Suonare = creare con i suoni.
Scrivere = creare con le lettere.
Fotografare = creare con la luce.
Persino l’informatica, che tanto amo e tanto detesto, abbraccia in larga parte questo concetto: programmare = creare “con i bit” (…in un certo senso, dai).

Ciò di cui ho sempre sentito la mancanza è la possibilità di creare “con le linee” (banalizzo molto, abbiate pazienza).

Ho sempre invidiato la capacità di riuscire a disegnare in modo eccellente, di riuscire a tradurre su un foglio o su uno schermo ciò che la mente elabora. Innumerevoli volte, dopo un sogno “particolarmente particolare”, mi sono trovato (e innumerevoli volte mi trovo tuttora) a pensare “magari potessi creare un’immagine, uno scenario che raffiguri quello che ho sognato”.

Anche qui, un po’ per pigrizia e un po’ per rassegnazione, non mi sono mai prodigato nello sviluppare questa skill.

Poi, in questo 2022 così pieno di “cose”, sono entrato in contatto con la cosiddetta “AI GENERATED ART”. Alla lettera: “Arte generata da intelligenze artificiali”. In particolare, ho scoperto MidJourney.

Ora non sto qui a fare l’inserto pubblicitario, perché tanto nessuno mi paga per farlo e quindi non sarebbe neanche tale, ma in “due” parole: MidJourney è un software, basato su intelligenza artificiale, in grado di generare immagini a partire da una stringa di testo.

Per capirci, qui gli ho scritto “Animal Crossing, steampunk”:

Qui invece gli ho scritto “Ancient Rome Mosaic of a Steampunk Gunman”

E qui invece “Steampunk Samurai”:

E si, sono abbastanza in fissa con lo steampunk.

Ad ogni modo, come potete vedere da soli, il risultato è abbastanza sbalorditivo.

MidJourney non è il primo né l’unico motore di AI generated art, ma è quello con cui ho trovato più “feeling”, oltre al fatto che lo pago mensilmente per avere la massima libertà di generare quello che voglio (non so per quanto potrò permettermelo, ma per adesso rappresenta per me una notevole valvola di sfogo e fonte di meraviglia).

Sostanzialmente lui cerca di interpretare quello che si scrive e, immagino a partire da un database sconfinato di immagini, va a comporre il risultato finale, attingendo qua e là.

A volte il risultato è immediato, altre volte bisogna imboccarlo per fargli capire una determinata scena, bisogna spiegargliela, girarci intorno, aggiungere dettagli, comprendere come “ragiona” e quali sono i suoi limiti – perché di limiti ne ha a pacchi, ovviamente – ma in generale, per me, è meraviglioso vedere materializzarsi, seppur attraverso la mediazione di una macchina, immagini a partire da un mio comando testuale.

MERAVIGLIOSO è il termine giusto.

Ho scoperto MJ ad agosto e, da allora, ho generato una quantità ginormica di immagini, per provare e sperimentare ma anche per puro e semplice piacere personale. Per mia natura, quando scopro qualcosa che mi affascina così tanto, mi ci butto a capofitto e rischio di venirne “travolto”, perché purtroppo il mio cervello inizia a girare in lungo e in largo, trovando collegamenti, implicazioni, derivazioni e tangenti per sfruttare in lungo e in largo il pieno potenziale di ciò che è stato scoperto; tutto ciò è bellissimo, ma può rivelarsi fatale, dato che non sono certo poche le cose che mi interessano. Pertanto, negli anni, ho dovuto imparare un po’ a disciplinarmi su questa cosa.

Per dirne una, scenario tipico:

Voglio generare una scena precisa. Scrivo il prompt. Esce il risultato, non è quello che volevo. Però è interessante. Molto interessante. Riprovo a far generare quello che volevo, ma allo stesso tempo esploro anche l’altra strada, biforcando di fatto il percorso. Le cose si fanno interessanti e mi rendo conto che, aggiungendo un dettaglio al prompt iniziale, posso provare a farlo andare in un’altra direzione. A questo punto mi ritrovo con 3 strade diverse, ciascuna delle quali mi porta a generare numerose immagini. Ed è un attimo che la situazione scappa di mano.

Per “convogliare” tutta questa “energia creativa”, ho creato un account Instagram, chiamato come il mio storico “alias” sul web: Waitingsilence.

E’ un profilo con il puro e semplice scopo di condividere immagini, intrattenere, e allo stesso tempo racchiudere in un unico luogo tutte le illustrazioni più significative, quelle che più ho apprezzato, magari legarci una piccola storia intorno.

Inutile dire che, appena ho scoperto questa cosa, tutte le scene “clou” di tutti i Terminator mi sono passate davanti agli occhi in rapida successione, perché a pensarci questa cosa qua è MOLTO inquietante. Infatti lo chiamo “Skynet”. Dall’altra parte, però, questo tipo di AI è abbastanza “stupida”: non fa altro che associare frasi e parole a immagini, “componendole” e creandone di nuove, in un certo senso. Ma è comunque inquietante e affascinante vedere come, a partire dal nulla, ‘sta cosa riesca a generare immagini di quel tipo.

Per quanto si parli di “AI Generated ART”, tutto ciò per me non ha nulla di artistico, pertanto aborro la definizione di “AI Artist”, che molti si attribuiscono. Un conto è partire dalle immagini generate per realizzare dei compositing, utilizzando quindi Photoshop e unendo il tutto a competenze personali, un altro è “limitarsi” a comunicare con un bot, producendo qualcosa di simile a un quadro di Van Gogh. Pertanto, sul profilo Waitingsilence, ho immediatamente inserito che si tratta di immagini generate tramite intelligenza artificiale.

Insomma, questa cosa dell’AI Generated Art mi ha travolto e ha parzialmente colmato questa mia enorme “lacuna” (il non saper disegnare), smorzando un pochino il secondo grande rimorso della mia vita, dandomi un valido strumento per poterlo mitigare.

Vi lascio qui alcune tra le immagini più belle che sono riuscito a generare finora, rinnovandovi l’invito a seguire la pagina nella quale continuerò a pubblicare i miei sproloqui poco intelligenti e molto artificiali.

Cheers!

“A sea of dark glowing lava, underwater”

“Dark fantast wall of stone, reaching the clouds”

“Enormous acacia tree with luminescent roots above the ground”

…e che non vuoi finire con “SPONGEBOB STEAMPUNK” ?!

EH?

NON VUOI?

DEVI!